A Milano in Porta Volta proseguono i lavori per la costruzione del Museo Nazionale della Resistenza. Stanno volgendo al termine le lavorazioni del team di archeologi che da mesi effettuano i rilievi sullo scavo stratigrafico che ha portato alla luce le mura spagnole. Per maggiore chiarezza, abbiamo fatto qualche domanda all’archeologo – Fabio Cazzanelli di Pandora – che ci ha fornito un interessante punto di vista.
La zona della città su cui sta nascendo il Museo è un’area particolarmente critica per il rischio archeologico – possibilità di trovare manufatti soggetti al vincolo archeologico o artistico – per questo motivo il progetto, in collaborazione con la Soprintendenza, prevedeva sin dalle sue origini il necessario intervento di un team di archeologi. Lo scopo del team è trovare il livello di sterile archeologico (nel nostro caso circa 3 m dal piano stradale), ovvero il livello alluvionale di origine naturale e, quindi, non antropizzato. Raggiunto lo sterile archeologico, Teicos potrà riprendere gli scavi per le fondamenta del Museo senza il rischio di danneggiare il sottosuolo.
Da un punto di vista storico, Porta Volta, ha subito numerose modifiche che hanno determinato l’odierna stratigrafia del suolo creando un inquinamento moderno nel deposito; in altre parole, gli scavi non sono stati lineari poiché si è incorsi in dislivelli, antichi scavi, buche, rifacimenti più moderni del fossato situato attorno alle mura ed altri impedimenti che hanno dilatato i tempi delle operazioni che, per altro, erano iniziate nel 2021. Terminata questa fase, le lavorazioni edili riprenderanno come da progetto.